JK Rowling, guai in vista? Lo staff della casa editrice minaccia di chiudere i rapporti

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    Continuano a tenere banco i controversi tweet lanciati una settimana fa da J.K. Rowling che esprimevano perplessità, per usare un eufemismo, sulla comunità transessuale. Dopo le varie proteste che si sono avvicendate, adesso lo staff della casa editrice della scrittrice, la Hachette, potrebbe rifiutarsi di lavorare al suo nuovo libro.

    Il 15 giugno scorso, infatti, lo staff della Hachette ha minacciato la casa editrice di non procedere con il lavoro di impaginazione e pubblicazione del nuovo libro per bambini in preparazione della Rowling, The Ickabog, dopo i controversi tweet dell'autrice di Harry Potter. Una fonte interna aveva fatto sapere: "Lo staff nel dipartimento di libri per bambini alla Hachette ha annunciato che non lavorerà più alla preparazione del libro. Hanno detto che si sono opposti ai suoi commenti e vogliono mostrare il loro supporto alla comunità transgender. Nello staff sono tutti molto svegli, principalmente sono tutte persone sui vent'anni o nei loro primi trenta e a quanto pare è un problema che hanno molto a cuore".

    Un'altra fonte aveva dichiarato: "Si è trattato di parte dello staff e hanno il diritto ad avere la loro opinione. Se gli fosse stato chiesto di lavorare a un libro sulle molestie domestiche e alcuni di loro ne avessero sofferto nella vita privata non sarebbero mai stati forzati a lavorarci sopra. Ma questa è una fiaba per bambini. Non è la fine del mondo. Discuteranno con i loro manager".

    Il giorno dopo, ieri, la Hachette ha commentato dando il pieno supporto alla scrittrice: "In sostanza, noi crediamo che tutti hanno il diritto di esprimere la loro opinione o convinzione. E' per questo che non commentiamo mai il parere dei nostri autori e rispettiamo il diritto del nostro staff di avere una visione diversa. Non faremmo mai lavorare il nostro staff su libri il cui argomento è considerato sconveniente per ragioni personali, ma c'è una differenza su quello e sul rifiutarsi di lavorare a causa dell'opinione di un autore al di fuori del libro in questione, va contro tutto quello in cui crediamo in termini di libertà di espressione".

    Nei giorni scorsi molte star di Harry Potter si sono espresse contro i tweet della scrittrice.





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  2. Leah‚
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    Credo che la tematica sia molto interessante, e non mi riferisco all'opinione della Rowling sui transgender.

    La vera domanda è: quanto è importante il pensiero dell'autore, per poter apprezzare i suoi libri?
    Se Harry Potter fosse uscito dopo questo suo commento, sarebbe stato amato di meno? Sarebbe stato letto di meno? Sarebbe "valso" di meno? O sarebbe l'epico libro che tanti conoscono e amano a prescindere dalla chiusura mentale della sua autrice?
    Non so, questa protesta la capisco molto bene ma dall'altra parte penso che metta due cose diverse sullo stesso piano...
     
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    Sono d'accordo con Leah, e del parere che l'opera e chi la produce dovrebbero essere comunque prese separatamente - nella maggioranza dei casi.
    Certo, spesso nei libri è inevitabile che vi sia un po' dell'anima dell'autore stesso, ma - per lo meno nelle opere che ha scritto fino ad ora - la Rowling non ha lasciato trapelare transfobia o altri pensieri che possano influenzare negativamente i lettori; indi per cui, non credo che la questione dovrebbe essere considerata come rilevante.
    Separare l'opera dall'autore e analizzarla per quella che è.

    Il fatto che Kubrick fosse una persona disagiata nei rapporti lavorativi non rende i suoi film meno belli/apprezzabili. Giusto per tirare fuori un esempio.
    Insomma, sarebbe importante imparare a scindere le cose, secondo me.
     
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    Premettendo che la Rowling non mi stia particolarmente simpatica a causa dei twitter stupidi, se non anche ignoranti che fa, ma trovo il tutto molto stupido.
    Allora facciamo un esempio un po' più conciso: Walt Disney. Si diceva che fosse addirittura un antisemita, quindi non molto etico da parte sua (soprattutto se consideriamo che è il padre dei cartoni animati). Immaginatevi Disney ancora vivo (impossibile perché sarebbe già morto di vecchiaia ma immaginiamola lo stesso così) che continua a sfornare nuovi film d'animazione bellissimi ma allo stesso tempo ripudia con dei twitter gli ebrei.
    Riassumendo, non ha senso unire il prodotto con l'autore/trice come se fossero una sola cosa. Alla fine sono artisti, non persone che hanno il compito di diffondere per forza valori etici e morali (tipo il Papa per dirne una).
     
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  5. Leah‚
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    Che poi secondo me si possono adorare le produzioni artistiche di un autore e non essere d'accordo con il suo pensiero su altre cose.
    Penso a Silvana De Mari, per esempio, i cui libri per me sono veramente nella top three degli autori preferiti... ma che non sono minimamente riuscita a seguire su Twitter per le idee estremamente "estreme" che ha. Che su alcuni campi sono condivisibili, su altri (parlo soprattutto di tematiche religiose) denotano una certa ristrettezza mentale. Ma i suoi libri sono così pieni di possibilità, speranza, di distruzione dei pregiudizi e delle etichette... non so, non riesco a non adorarli anche se lei purtroppo non la stimo molto.

    Detto ciò a me la Rowling è sempre stata molto antipatica - anche per il tremendo fanservice che ha fatto su Harry Potter, che davvero me l'ha fatta cadere di milioni di punti ancora quando adoravo la saga - quindi insomma, poco mi importa se la gente smetterà di leggere i suoi libri a scatola chiusa solo perchè sono firmati da lei.
    Solo mi sembrava una tematica molto interessante e controversa, questa tirata fuori dal post.
    Che come dice Hime è vero, chissà quanti autori nel profondo hanno idee che non condividiamo e che non sono politically correct ma se le tengono per bene per loro in modo che la loro fama non sia inficiata. Da una parte penso che sia giusto che abbiano idee, e anche idee diverse dalle nostre. Altrimenti ricadiamo in ben altre problematiche...
     
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4 replies since 17/6/2020, 13:02   66 views
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