Intervista: Cassandra Clare parla della trasposizione di Shadowhunters

“Cassandra Clare Shares the Troubles and Triumphs of Seeing the Shadowhunters World Onscreen”

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    Articolo a cura di Shadowhunters.it

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    Shadowhunters, abbiamo pensato di tradurvi quella che, secondo noi, è l’intervista sul telefilm più bella e interessante mai rilasciata da Cassie. È molto sincera, molto schietta, e ricca di informazioni che tanti di voi sicuramente non avevano, e che forse farebbero meglio a leggere.

    Certo, si parla anche nel film – ma l’argomento principale dell’intervista è il telefilm. Quant’è coinvolta? Com’è il suo rapporto con la produzione? Che ne ha pensato della prima stagione?

    Speriamo vivamente che la leggerete e che vi piacerà tanto quanto è piaciuta a noi. :*








    « I romanzi Young Adult attirano l’attenzione di Hollywood sin da prima che la categoria nascesse (I Ragazzi della 56ª strada, avete presente?) e, in tempi recenti, molti dei più grandi successi al box office e degli show più chiacchierati provengono proprio dagli scaffali YA. Page to Screen è una serie di interviste in cui gli autori di quei romanzi che sono stati adattati per il grande e piccolo schermo raccontano il loro personale punto di vista su questo processo. Alcuni sono stati coinvolti poco o per niente, altri hanno scritto i copioni e si sono seduti su delle sedie col monogramma – ma tutti hanno sperimentato una nuova versione del loro lavoro.
    Quest’oggi, l’autrice bestseller Cassandra Clare ci racconta come la sua incredibilmente popolare serie di libri, The Mortal Instruments, è diventata prima un film e poi una serie TV, e poi un nuovo tipo ancora di telefilm – uno che potrebbe unire fan dei romanzi e fan dello show. Date un’occhiata ai precedenti post di Page to Screen cliccando qui.


    La prima cosa che è successa è stata l’opzione cinematografica. Quando?
    The Mortal Instruments è stato opzionato nel 2009 – un’opzione molto basilare, e un contratto standard. Non avrei mai pensato che avrebbero effettivamente realizzato qualcosa, ma hanno continuato a rinnovare l’opzione e, visto che i libri sono diventati di per sé più popolari, c’è stata una spinta definitiva nella direzione del film. Hanno cominciato a muoversi seriamente nel 2011, svolto i casting nel 2012 e il film è stato rilasciato nel 2013.

    E Shadowhunters, la versione televisiva, come è arrivata?
    Beh, la Constantin Film ha realizzato il film, ma non ha incassato il denaro desiderato, quindi non avevano intenzione di girare una seconda pellicola. Però erano ancora in possesso dell’opzione cinematografica e televisiva del mondo degli Shadowhunters, e sentivano davvero di aver perso un’opportunità. Hanno studiato le vendite mondiali dei romanzi e pensato: “C’è un pubblico che non siamo riusciti a raggiungere, seriamente”. Quindi hanno provato a raggiungerlo con uno show televisivo, e c’è stato molto interesse da parte di diversi canali, intenzionati a sviluppare la serie insieme a loro. Alla fine è stata scelta la ABC Family, adesso rinominata Freeform.

    Come ti senti vedendo le tue storie trasposte in questo modo?
    Ammesso che tu non riesca a ottenere un rarissimo contratto stellare, non sta a te decidere se avrai modo di dare degli input durante la realizzazione di uno show o di un film basato sul tuo lavoro. Quindi è stato, suppongo, un modo per esercitarmi a lasciarmi andare – ma non importa quanto tu possa lasciarti andare, non puoi spegnere tutti i tuoi sentimenti. Ti importa ancora, più che a chiunque altro al mondo, di questa storia e di questi personaggi. Eppure devi continuare a rispondere ai tuoi fan. È sempre difficile, per me, quando le persone chiedono: “Come hai potuto permettere che questa cosa succedesse o venisse cambiata?”, perché la risposta – “È solo che non sta a me decidere.” – è dolorosa da dare.

    Quindi – sentimenti complicati?
    La mia esperienza è decisamente stata varia. I cambiamenti sono sempre necessari, quando devi trasformare un libro in un film. Penso che, se sei fortunato, ti capita di trovare un team che fa dei cambiamenti che onorano lo spirito dei romanzi, che continuano a comunicare la storia e che preservano i personaggi. Mi vengono in mente, pensando ad adattamenti che sono riusciti a fare tutto ciò con successo, Outlander e Game of Thrones. Ricordo di aver parlato a telefono con un regista che voleva riproporre tutta l’idea dei guerrieri che affrontano i demoni come delle cooperative antiterrorismo, e i personaggi avrebbero avuto più di quarant’anni. Alla fine cominci a chiederti – perché non trasformare tutti i personaggi in coni gelato? Potrebbero combattere gli effetti malvagi della mancanza di refrigerazione.

    Parliamo di denaro – come funzionano, per l’autore, gli aspetti finanziari dei film e dei telefilm?
    In genere vengono dati in anticipo i soldi dell’opzione. La somma può variare, partendo da un paio di migliaia di dollari a dei milioni. (Io non ho ricevuto milioni!) Quando il film riceve il via libera – è allora che ti viene dato il tuo compenso, e a questo punto ha compagnia ha comprato i diritti – e sono obbligati a farlo, se vogliono girare. In genere ti viene data una percentuale del budget del film. La maggior parte dei budget dei film è in milioni, quindi questa è la cifra più alta che vedrai in un’unica soluzione. Per quanto riguarda la TV, vengo pagata per ogni episodio trasmesso.

    E quanto sei/sei stata coinvolta nei progetti?
    Il mio coinvolgimento è, di nuovo, stato parecchio complicato. Il problema, in questo genere di cose, è che le persone desiderano risposte semplici – e la mia esperienza è che, in entrambi i casi, sono passata dall’essere coinvolta al non essere coinvolta e all’essere coinvolta di nuovo. Devi sottostare al volere dei produttori e dello showrunner/degli showrunner. Con Shadowhunters, mi avevano detto di volermi coinvolta, e mi hanno fatto partecipare ai casting, ovvero la prima cosa su cui hanno lavorato. Quindi ho avuto modo di essere parecchio coinvolta nel casting dei protagonisti. Poi mi hanno detto di volere delle mie annotazioni sul copione del pilot, e me l’hanno inviato. A quel punto le cose sono diventate più complicate.

    In che senso?
    Ho scritto delle annotazioni – il tipo di annotazioni che scriverei per il libro di un altro autore. Alcune positive, e altre critiche, come: “Questa cosa qui non funziona”, “Forse questa non è una buona idea”, ecc. Dopo aver ricevuto le mie note, la produzione mi ha chiarito una cosa che prima non avevo realizzato, e cioè che il pubblico a cui puntavano era più adulto e maschile – nello specifico, uomini tra i 18 e i 35 anni. Un pubblico, quindi, molto diverso da quello dei romanzi, e da quello a cui pensavo io, che è principalmente composto da giovani donne e ragazze dai, diciamo, 14 anni in poi. L’idea era che lo show dovesse essere Batman, non The Hunger Games. Quindi sono stati introdotti numerosi elementi con l’intenzione di attrarre gli uomini – tecnologia e computer –, e sono state aggiunte molte scene con donne “sexy”, per buona parte uccise in maniera cruenta. Per molto tempo gli “stili”, gli strumenti magici che vengono utilizzati per tracciare le rune, erano stati trasformati in delle penne Mont Blanc perché volevano accordarsi con la Mont Blanc per del merchandise, ma non ha funzionato.

    Quindi all’inizio c’è sicuramente stato un certo distacco coi romanzi, il che dev’essere stato difficile.
    Mi ha confuso molto – perché fare uno show basato sui tuoi romanzi se poi non viene scritto per le persone che apprezzano quei libri? E, certo, questo è Hollywood, un posto dove le persone ti dicono cose incredibilmente razziste, misogine e omofobe di continuo. Le persone coinvolte nella prima stagione, e che adesso non ci lavorano più (tutti sanno che lo showrunner se n’è andato, ma non che molti degli scrittori, della crew e persino dei produttori esecutivi hanno lasciato la serie – in pratica, un team intero), mi hanno descritto un mio personaggio femminile come “solo tette e culo”, e mi hanno detto che mai nessuno avrebbe voluto vedere un personaggio gay insieme a un altro uomo, sullo schermo, e che di conseguenza avrebbero aggiunto una donna con cui fargli passare la maggior parte del tempo. Mi è stata descritta come la sua “anima gemella”. Eppure, ogni volta che ho sentito la tentazione di andare via mi sono ricordata che ero stata in grado di apportare qualche cambiamento positivo al primo episodio e alla direzione verso cui puntava lo show. Alcune delle scene in cui venivano uccise delle donne sono stata rimosse o modificate. Una scena dove l’eroe toccava l’eroina in maniera intima mentre lei era svenuta è stata tolta.
    Ma quello era solo l’inizio. A un certo punto ho capito che, avendo avuto quell’impatto all’inizio, non ne avrei più avuto in seguito. Tutto però è cambiato quando lo showrunner andato via, e con lui un team intero – quindi questa seconda stagione è al contempo una cosa diversa.

    Incredibile. Sei mai stata sul set?
    L’ho visitato, durante la prima stagione, e ho incontrato il primo showrunner, Ed Decter, numerose volte. Ricordo di aver osservato un sacco di foto dei visi di numerosi candidati per Jace sul suo computer e di aver posato un dito su Dominic Sherwood, dicendo: “Lui, questo ragazzo”. Tutto ciò è successo proprio all’inizio, quando ero ancora coinvolta. Ho avuto la possibilità di vedere gli attori leggere le loro battute prima di venire presi per la parte. Quindi è sempre bello poterli osservare, ora, perché so di essere stata dietro ai loro casting sin dal primo momento.

    Hai visitato il set durante la seconda stagione?
    L’anno scorso ho fatto un tour insieme a Todd e Darren, i nuovo showrunner. Matt Hastings, il regista della produzione che a sua volta è stato ingaggiato quest’anno, ed è grandioso, ci ha guidati attraverso tutti i set, e mi ha deliziato vedere molte location dei romanzi. E il cast si è riunito e mi ha fatto un regalo, una copia del portfolio di Clary su cui avevano tutti scritto dei messaggi personali. È stato bello sentirsi riconessa. Sul set si provava una bella sensazione, come se tutti fossero contenti in un modo tutto nuovo.

    Che tipo di risposta hai ricevuto dai lettori?
    Lo show ha creato un fandom molto diviso. In particolar modo durante la sua prima stagione, si è differenziato parecchio dal materiale di partenza, e questo crea sempre conflitto. I fan dei libri e quelli del telefilm sono parecchio separati. Ma io e i nuovi showrunner vorremmo che questa cosa cambiasse – ci piacerebbe unirli, quindi vedremo come andrà questa seconda stagione. Quando mi imbatto nei fan dello show, però, la maggior parte delle domande vertono sempre sul se una certa scena o trama dei libri comparirà nelle prossime stagioni – le domande su Sebastian sono le più popolari. Aspettano attentamente degli “easter egg” nello show – accenni a punti chiave per la trama e a personaggi dei romanzi e stralci di dialogo.

    Le edizioni televisive e cinematografiche dei film hanno aiutato ad attirare nuovi lettori?

    Qualsiasi show o film aiuta le vendite; i film muovono nell’immediato un gran numero di libri, mentre i telefilm li vendono nel corso di periodi di tempo più lunghi. C’è un’edizione televisiva con una nuova copertina, ma non sta vendendo granché, quindi credo che la stiano eliminando gradualmente. Penso che alle persone piacciano le copertine così come sono, il che è un tributo all’artista che le ha realizzate. Ma adesso c’è un adesivo su ogni cover che indirizza le persone verso lo show.

    Sembra che la seconda stagione sarà molto diversa dalla prima. Sei emozionata per il cambiamento?

    La prima stagione mi ha lasciata incerta. Per quel che mi riguarda, non ha davvero funzionato, il che non ha niente a che fare con gli attori, che sono grandiosi e molto protettivi nei confronti dei loro personaggi. Senza che io ne sapessi nulla, anche il network ha pensato che l’unione tra quello showrunner e questo materiale non funzionasse. Decter desiderava un telefilm molto diverso, con un pubblico molto diverso da quello generalmente attratto dai libri. Le recensioni non erano quelle sperate. E in generale i desideri dello showrunner e della Constantin e quelli di Freeform non erano molto in linea, quindi sono stati introdotti dei nuovi showrunner. Il network l’ha chiamato un “reboot”.
    Ho visto solo i primi tre episodi della seconda stagione, ma hanno un’aria più simile ai miei romanzi. Sono divertenti, e ho sempre ritenuto l’umorismo una parte importante del mondo degli Shadowhunters. Lo show sembra più cupo e la posta in gioco è più definita. Mi interessa davvero scoprire cosa succederà in futuro. »

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