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.❝Entropia gdr❞Forgotten Realm— ‹ Spam Code by K
▲L › —vietata la copia anche parziale. -
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- ENTROPIA GDR -
❝Zeit alzò un sopracciglio, guardando Karasuma in modo interrogativo, aspettando che lui proseguisse.
«Il giorno in cui dovrai scegliere tra Flaemnir e la tua famiglia è sempre più vicino. Riuscirai a reggere entrambi i fardelli fino ad allora? E sei sicuro, quando verrà il momento, di riuscire a fare la scelta giusta?»
Zeit aspettava quella domanda da chissà quanto tempo.
«So già cosa sceglierò, Karasuma. Ed è la scelta giusta.» disse risoluto. “È la scelta giusta.”; una frase che ormai si era ripetuto così tante volte negli anni che ormai era diventata il tuo mantra personale.
«Sono l'unico con la volontà di farla.»❞
Cit. Zeit Von Rom,
"Jaldabaoth"
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.❝« Finiamola con questa farsa: nessuno ti appoggerebbe in questa impresa. Distruggere una divinità porterebbe calamità inimmaginabili sul Valhalla. »
Il sorriso a trentadue denti si affievolì e lentamente divenne una sottile lama che tagliava il volto. Acuminata, la lama era un simbolo di sicurezza.
« Sono due gli errori che hai commesso, Kaesir. » Portai la mano destra davanti al corpo, l'indice alzato ad indicare il numero uno. « Non c'è bisogno di un'altra divinità a supportarmi e— » alzai anche il dito medio, per segnalare il numero due « ci sono tanti modi per ottenere la vendetta. »❞
Cit. Archer,
I'll be fine▼. -
.❝Passion non voleva il potere, non voleva comandare Elonia; la vendetta è un piatto che va servito freddo e lei aveva tutta l’intenzione di non fare il passo più lungo della gamba fino a che non si sarebbe sentita in grado di poter fare qualsiasi cosa. Sarebbe passato del tempo, ma tentar non nuoce specialmente se si è profondamente convinti.
«Essere buoni non porta a niente…» sussurrò, guardando quasi con disprezzo la foresta che si stagliava per chissà quanti chilometri.
L’affermazione non era globale, sapeva anche lei che poteva esserlo con chi lo meritava o non c’entrava niente, ma non era più il momento di essere una brava bambina con Elonia. Quei tempi erano finiti.❞
Cit. Passion Kamar Phantasie,
Valzer al Chiaro di Luna▼. -
.❝«Dove cazzo sono gli altri dei adesso? Cosa fanno? Si grattano lo scroto in attesa che il mondo vada a puttane? Vogliono che li mandiamo coralmente a fare in culo? Non lo so, non lo capisco e probabilmente non me ne sbatte neanche un cazzo di niente.» ringhiò.
Con la mano libera scoprì il colletto della giacca, sotto le protezioni, mostrando il collo nudo. Solo la cicatrice che lo deturpava ad adornar la carne.
«Io sono asgardiana e non porto il rosario da mesi perché, semplicemente, non credo che la mia preghierina mattutina alla gigantesca palla di merda nell'Alveo risolva qualcosa. C'è stato un momento in cui ci ho creduto di poter tornare credente, ma dopo oggi non lo farei nemmeno se fossi costretta da una GB01 puntata alla tempia.» si strinse nelle spalle. «Siamo da soli in questa guerra. Non combattiamo per la supremazia religiosa o chissà quale altro giochino pan-oceanico, per le colonie o chissà... stiamo per combattere per la nostra sopravvivenza.»❞
Cit. In Nome della Scienza: Il Dio Eretico,
Laura Montero▼. -
.❝Mi girai verso Jean, la decisione ormai presa. Osservai a lungo l'uomo prima di decidere cosa dirgli.
« La tua fede nel Padre tornerà, ne sono certa. E credo che il nostro incontro fosse voluto proprio da Heith in persona. Mi dispiace chiederti di sopportarmi ancora, ma mi accompagneresti da questo Tenaglia? Voglio sapere cosa sa, su questo posto, sul guardiano. » Mi avvicinai al leggio, prendendo in mano la tavoletta, dandole un ultimo sguardo nella vana speranza fosse diventata comprensibile, per poi metterla al sicuro dentro il maglione. Con il chakram in mano, mi avvicinai alle scale, girandomi poi verso Jean:
« Andiamo? »❞
Cit. Yennefer,
"Le Destin Du Lion"▼
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- ENTROPIA GDR -
❝Un Maestro attendeva il suo ritorno, dispiaciuto di trovarlo ancora vivo e vegeto. I superiori speravano sempre che non rientrasse alla base operativa, ma l'erba cattiva era dura a morire, e lui aveva messo radici profonde dopo otto anni di permanenza.
"Sei conscio della tua deplorevole condotta?" gli chiese, mentre Espen si appoggiava al muro per non collassare, cercando di mettersi sull'attenti.
"Sì, signore."
"Quel muro è l'unica cosa che ti tiene in piedi, immagino."
"Sì, signore."
"E non sei sobrio da quanto, due giorni?"
"Tre con oggi, signore."❞
Cit. Espeen Uitwaaien,
AAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Join Us!. -
.❝Continuò a camminare finché, dopo un paio d'ore, iniziò a sentire lento e lieve il sussurrare delle rapide di un piccolo fiume. Aumentò il passo, lasciandosi guidare dal rumore, finché non intravide oltre un filare di aghifoglie le acque che scorrevano velocemente verso valle. Si avvicinò alle sponde, camminando sui ciottoli che costituivano gli argini, seguendo con lo sguardo il corso d'acqua fino a vederlo perdersi in mezzo alla vegetazione. [...]
Si sentiva piccina in tutta quell'immensità, persa nel silenzio di nessuna parola e con i suoni della natura a far da sfondo a quei grandiosi scenari; avrebbe voluto sinceramente restare lì per sempre, costruirsi una casetta e vivere con la semplicità di tutti i giorni. Niente più guerre, niente più dei o padroni a comandare a bacchetta un futuro già incerto, solamente lei e pochi altri intenti a passare quei momenti nella serenità.❞
Cit. Laura Montero,
Il Silenzio delle Montagne▼
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.❝«Mi sono rivelata solo perché ti sono debitrice, altrimenti saresti già morto.»
«Ah. Quindi non mi vuoi ammazzare?»
«Beh, sì, ad ammazzare ti ammazzo lo stesso, ma prima volevo ringraziarti e scusarmi.»
«La cosa mi consola assai.»
«Non è che a me faccia piacere farlo, ma non ho altra scelta. Non puoi nemmeno immaginare quanto sia dura la vita di una spia. Nei libri parlano di mirabolanti avventure, intrighi avvincenti e amori proibiti, ma quando decidi di diventare una spia vera nessuno ti dice che il novantanove virgola nove percento del tuo lavoro consiste nello stare sdraiata tutto il giorno su un tetto, esposta agli elementi, a cecarti con un binocolo aspettando che un qualche coglione faccia qualcosa di vagamente interessante. La noia è disumana, ma guai a perdere la concentrazione anche solo per un istante, perché potresti perderti un dettaglio cruciale. E poi pensi che ti ringraziano? No! Tanto stai solo guardando dentro un binocolo, è facile, una pacchia rispetto a quello che fanno gli altri! Una pacchia stocazzo!»❞
Cit. Gerrit Grease,
"Vieni a Ballare a Taren"▼
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.“La creatura continuava a fissarlo insistentemente con i suoi occhi verdi, e Schnabel riusciva a malapena a sostenere il suo sguardo. Ma a quanto sembrava la sola pressione psicologica non era abbastanza. Ella infatti era pronta a rincarare la dose, spostando il suo sguardo su un angolo del laboratorio, nel quale nemmeno la luce non riusciva a farsi strada, come risucchiata da buco nero.
«I cuccioli sono svegli.»
Con un soffio, la luce della candela scomparve, lasciando solo quella di Schnabel a fare luce in una tenebra che sembrava infinita. E in quella stessa tenebra, comparve qualcosa, o qualcuno. Una donna, dai lunghi capelli, che venne solo sfiorata dalla luce della torcia improvvisata accesa poco prima. Una sequela di quesiti gli sconquassarono il cervello. Chi è adesso? Come può esserci un'altra persona in quella stanza? Sarà qualcosa evocato dalla creatura? Tutte domande che non trovarono risposta, dal momento che il von Rom, dopo uno sguardo più attento, riconobbe immediatamente chi fosse quella figura che, chiusa in quell'angolo, stava lavorando con grazia ed eleganza come solo una persona sapeva fare.”
Cit. Schnabel von Rom,
La Cercatrice di Sogni▼. -
.❝Qualcosa lampeggia negli occhi del Wendigo, e Fyr non riesce a distogliere lo sguardo. Se fosse riconoscimento o furia, non è ben chiaro: in ogni caso, l'atmosfera già letale muta, e l'aria si fa irrespirabile sotto il suo peso. La magia che ha assorbito è abbastanza potente da avere un'eco ambientale attorno al mostro, e quell'eco in questo momento non esprime altro che puro, genuino e tangibile odio. Penetra nella sua mente, soffocandolo; e come un serpente che si avvicina ad un uccellino, ipnotizzato e incapace di reagire, il Wendigo striscia lentamente verso Fyr, la sua forma terribile che ancora continua a generare arti con cui stritolarlo, e Fyr non riesce a distogliere lo sguardo...❞
Cit. Fyr,
La furia dei morti▼. -
.❝I caduti in mano di Eleli tornavano con una forma simile a quella del loro signore sui campi di battaglia, ma al servizio dell’Ataxia, così molti viashino catturati come prigionieri preferirono suicidarsi piuttosto che cadere in mano al nemico e trovarsi in seguito a marciare contro coloro che prima erano stati alleati. L’alleanza non ebbe modo di organizzare una difesa efficace e molti villaggi caddero sotto i colpi nemici. Nell'803, dopo anni di strenua resistenza, Eleli stesso scese in campo contro la tribù degli Ichīmalxōchiteotl. Il nemico sembrava imbattibile e quartiere dopo quartiere, tutto il villaggio lentamente cedeva mutando in un caotico groviglio di zanne e artigli pronti a dichiarar guerra a ogni forma vivente ancora riconoscibile.❞
Cit. Hernan Alvarado,
"L'importanza della Tradizione. La cultura degli Ichīmalxōchiteotl"▼
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.❝Liz è una delle migliori infiltratrici che conosco, e il suo lavoro sa farlo dannatamente bene, persino meglio di me. Abbiamo lavorato insieme una volta, nessuno ha capito cosa fosse successo, e non per merito mio. Tutt'altro, quella volta ha fatto praticamente tutto da sola. Diversivi e charme sono il suo forte, e la sua figura sembra tanto fragile quanto in realtà pericolosa.
«Will, ciao!»
Mi sorride, ovviamente provando a distrarre anche me. Ha una maglia scollata, abbastanza da distrarre qualsiasi persona interessata in una donna. Le sorrido di rimando, senza cambiare espressione.
«Sai bene che non funziona.»
«... Hai sicuramente qualche problema là sotto.»❞
Cit. Null,
"Path - Sound (I)"▼
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.❝«La pace della morte—»
La mia voce era flebile, il tono ricco di amarezza e, cos'era? Delusione. Rivedevo in Huemac un giovane me, così fedele nei confronti di una divinità che essa appariva tutto fuorché imperfetta. Purtroppo, avevo imparato quella lezione a caro prezzo e stavo per trasmettere tali conoscenze al mio compagno rettile.
«Pace?» Sembravo quasi divertito di primo impatto; se ci avesse prestato attenzione, tuttavia, il mio avversario avrebbe potuto identificare quella sottile ma ribollente vena di ira. L'ingenuità del viashino di fronte alla vera essenza del dio era disarmante e mi faceva imbestialire. Feci ancora qualche passo in avanti, finché non ci separavano circa tre metri.
«Quale pace, DOVE? Oh, giusto! Probabilmente intendi il continuo ciclo di vita e morte che mi è impedito spezzare da settecento fottuti anni? Per te questa è pace? Tu hai la libertà di scegliere, ma io— IO SONO COSTRETTO QUI!»❞
Cit. Archer,
"the Forgotten and the Desperate"▼
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.❝ La fulva ritrasse la mano, quasi come se avesse paura di farle del male prolungando inutilmente quel contatto, aprendo una delle tasche della giberna per afferrare il suo piccolo anemometro. Lo guardò per un lungo istante prima di metterlo tra le mani dell'altra, facendole sentire quell'incisione così semplice eppure così importante.
Quel piccolo oggetto ruppe la maledizione del dubbio, diradando la paura e lasciando solamente un tremito d'incertezza a fare da preludio ad un abbraccio. Un contatto che Laura aveva sognato, bramato, desiderato con ogni fibra del suo corpo al punto tale che per un attimo rimase interdetta, sentendosi quasi colpevole per non riuscire a rispondere immediatamente. Le passò il braccio sano attorno al collo stringendola a sé con tutta la forza che aveva, singhiozzando appena, nascondendo il viso dentro quella spalla così smunta e sottile che tanto amava.
«Scusami.» sussurrò singhiozzando. «Avrei voluto arrivare prima. Perdonami...»❞
Cit. Laura Montero,
"Calamitas II: Liberatio"▼
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